Maggio, il mese dei legumi
Maggio legumi del cilento

Maggio, il mese dei legumi

Maggio è il mese della semina dei legumi: pensarci ora significa avere un bel raccolto nei prossimi mesi.
Si possono mettere direttamente i semi in piena terra, non si corre più il rischio delle gelate tardive notturne, salvo nelle zone di montagna, perché l’aria è ormai calda.  Le soluzioni per balconi e terrazzi, accanto alle piccole soluzioni per coltura idroponica (anche da interno), consentono a tutti e in poco spazio di creare il proprio piccolo orto.

Esiste una grande varietà di ortaggi estivi che possono essere piantati a maggio.
Ceci, lenticchie, fagioli e piselli, tutti quei legumi che erano apprezzati già nell’antico Egitto e la cui coltivazione inizia nel delta Nilo nel IV secolo a.C. 

Erano un alimento consumato sia dai ricchi che dai poveri, come dimostrato dai resti di legumi nelle anfore funerarie. Questo indica l’importanza che veniva attribuita a questi alimenti come sostentamento per il viaggio nell’oltretomba.

I legumi rientravano anche nell’alimentazione degli antichi greci per il loro alto valore nutritivo. Questo popolo tendenzialmente consumava lupini e ceci perché poco costosi.
I ceci venivano spesso cucinati abbrustoliti e facilmente serviti nei banchetti insieme a fave e frutta secca per stimolare la sete di vino. 

Le lenticchie erano prevalentemente gustate sotto forma di zuppe o condite con zafferano ed apprezzate per il loro contenuto proteico.


LEGUMI E CILENTO 

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I legumi caratterizzano da sempre la dieta dei contadini del Cilento.
Si tratta, infatti, di un prodotto facilmente conservabile, che costituisce uno dei cardini della cilentana Dieta Mediterranea.

In molti paesi del Cilento si coltivano specie rare ed apprezzabilissime, come i fagioli bianchi di Controne, o i fagioli regina di Stio. Molto pregiati sono poi i ceci che danno il nome al borgo di Cicerale e che si caratterizzano per particolari proprietà organolettiche.

IL FAGIOLO DI CONTRONE

Fra i legumi del Cilento, un posto di rilievo occupa il fagiolo bianco di Controne, uno dei presidi Slow Food presenti sul territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Ha un sapore particolare ed è caratterizzato dalla buccia sottilissima.  Ciò lo rende particolarmente digeribile e non richiede lunghi tempi di cottura.

IL CECE DI CICERALE

Il cece di Cicerale è un piccolo legume, coltivato sul territorio da tempi antichissimi.  Il nome di Cicerale, infatti, deriva proprio da questo prodotto, ha un colore leggermente più dorato rispetto ai ceci comuni e un sapore molto intenso. Particolare rilievo va dato al cece nero dalla pelle dura e rugosa, ma quando li si mangia non si può non notare il loro particolare interno morbido e aromatico.

Attualmente, solo piccoli produttori portano avanti questa coltivazione, che richiede molto impegno e fatica.  Si tratta di una decina di persone che coltivano il prodotto seguendo la procedura originale e che oggi rientrano nel novero dei Presidi Slow Food del Cilento. Ecco perché Masilicò ha inserito nella sua filiera anche questo ottimo legume.

Versatilità in cucina

Il cece di Cicerale si presta bene per la realizzazione di molte ricette. Una di queste è la famosa “lagana con i ceci”, praticamente una tagliatella preparata a mano e condita con i ceci, il peperoncino e l’olio extra vergine d’oliva del Cilento Masilicò. 

Curiosità 

Tendenzialmente e seguendo i metodi più antichi, i legumi vengono fatti essiccare naturalmente sulla pianta in pieno campo e successivamente raccolti a mano e trebbiati. 
Una volta raccolti vengono puliti e selezionati manualmente, infine stoccati in magazzino fino al confezionamento.

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