STORIA DELLA VITE DI UVA FRAGOLA, ORIGINI AMERICANE
STORIA DELLA VITE DI UVA FRAGOLA

Storia della vite di uva fragola: una varietà di vitigno salva… vite!

L’uva fragola chiamata anche “Isabella” appartiene alla famiglia della vitis lambrusca e in Italia viene coltivata soprattutto in Vallarsa ai piedi del gruppo del Carega e del Pasubio, dove scorre il torrente Leno in Trentino.

Come e da dove arriva però questo vitigno?

Agli inizi dell’800 in Europa ci fu una epidemia di filossera, la nemica esistente più agguerrita di queste coltivazioni, causata dai “pidocchi delle piante”.

Per fronteggiare il rischio che si estinguessero tutte le viti, fu fatta arrivare dall’America l’uva fragola, la cui particolarità è di avere radici molto resistenti a questa malattia.

Innesti ed incroci

L’uva di queste viti, però, aveva un sapore scialbo, a volte persino inesistente, così da indurre a decidere di innestarla sulle viti europee per salvarle dall’estinzione.

Specie salva, ma vino scadente.

Infatti, l’importazione di grosse quantità di questa uva dal Nuovo Continente fu la causa di un’enorme produzione di vino scadente e a basso costo.

Storia della vite di uva fragola: Una vite fuori legge

Fu così che agli inizi del ‘900, in Italia, si decise per legge che questa uva dovesse essere utilizzata solo a tavola o come decorazione.

Storia della vite di uva fragola: Coltivando

Queste piantine che sembrano semplici arbusti, ma nulla hanno da invidiare ai rampicanti, per poter crescere bene necessitano di spalliere.

Sono piante molto resistenti al freddo – infatti vengono piantate in inverno su terreni senza particolarità di alcun tipo tranne dover essere drenanti – e vivono con l’aiuto delle piogge e senza necessità di irrigazione.

Ai nostri giorni ne viene consentita la coltivazione e la vinificazione solo ad uso familiare. Nel caso di vendita infatti è vietata la denominazione “vino” ed è obbligatorio scrivere sull’etichetta “bevanda di uva americana”.

Se la produzione di vino fragolino è illegale, non lo è invece quella dei distillati.

Ecco quindi l’acquavite di uva fragola bianca ad esempio, dolcemente aromatica e considerata pregiata data la difficoltà a reperire la materia prima.

Pigia pigia

Quando l’uva è matura verrà dolcemente pigiata e lavorata fino ad ottenere un mosto che sarà fatto fermentare in contenitori di acciaio.

Una volta che la fermentazione (trasformazione naturale degli zuccheri in alcol) sarà completata entrerà in scena quell’affascinante strumento che è l’alambicco.

Passando da una caldaia, collegata tramite un tubo ad una serpentina atta a raffreddare, il mosto verrà trasformato in grappa.

Pane caldo

Masilicò ha saputo racchiudere in un grazioso vasetto tutto il gusto della tradizione, i profumi e i sapori del passato, realizzando con l’uva fragola una dolce confettura che, spalmata su di una fetta di pane caldo o utilizzata nella preparazione di una crostata, daranno alla merenda il più intenso sapore di famiglia.

Liquore fatto in casa

Con questa uva così dolce e ricca di profumi inimitabili, ma simili ai frutti di bosco, ci si può cimentare nella realizzazione di un ottimo liquore:

procurare un bel barattolo di vetro a chiusura ermetica e poi;

pari peso di uva ed alcol puro a 95°, una stecca di cannella, qualche chiodo di garofano, 300 g di zucchero (per 1kg di frutta);

per realizzare lo sciroppo poi sono necessari 300g di zucchero e 600ml di acqua.

Dopo aver separato gli acini dai raspi, averli lavati e ben asciugati, bisognerà porre gli stessi in una ciotola e schiacciarli dolcemente con una forchetta, di seguito travasarli nel barattolo (sterilizzato) aggiungendo cannella, zucchero e chiodi di garofano.

Versare l’alcol fino a coprire tutto e, infine, chiudere e scuotere per qualche minuto per miscelare gli ingredienti.

Questo barattolo dovrà essere posizionato al buio e al fresco.

Dopo un mese (curandosi di rigirare il vaso ogni giorno) realizzare lo sciroppo di acqua e zucchero e, una volta raffreddato, unirvi il contenuto filtrato del barattolo.

Dopo aver travasato il tutto in una bottiglia e lasciando riposare altri dieci giorni… arriva finalmente il momento di invitare gli amici per una dolcissima ed aromatica merenda in compagnia!

Curiosità

Nel 2015, in Campania, fu depositata una proposta di legge per salvaguardare la coltivazione e quindi anche la vendemmia antica della vite “maritata” di uva fragola.

Queste piantine che necessitano di un “tutore”, fin dall’antichità venivano aggregate a un albero in vita: ecco quindi le “alberate”, che prevedono che ogni piantina sia affrancata ad un solo albero. Ma abbiamo anche la così detta “piantata”, dove le viti crescono su rami di ferro che passano da un albero all’altro; questo metodo è visibile a tutt’oggi nel Cilento.

È così che alti alberi di pioppo e viti, grazie alle sapienti mani dei viticultori Cilentani, rendono ancora più spettacolare questo territorio.

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